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Malattie respiratorie croniche

Le vie aeree sono simili ai rami di un albero, via via più piccoli, man mano che si diramano e servono a veicolare l’aria che respiriamo dentro i polmoni. In condizioni di normalità, l’aria entra nelle vie aeree e arriva agli alveoli polmonari, che originano dalle ultime ramificazioni bronchiali. Negli alveoli polmonari il sangue si carica di ossigeno contenuto nell’aria inspirata e si libera dell’anidride carbonica proveniente dai tessuti corporei che viene eliminata con l’espirazione successiva.

Le malattie respiratorie croniche

Le malattie respiratorie croniche rappresentano una vasta gamma di condizioni patologiche gravi. L'unico modo per conciliare una ottimale assistenza sanitaria e una spesa pubblica sostenibile è prevenirle, assicurare una diagnosi il più possibile precoce, con strumenti standardizzati a cui seguano terapie tempestive e appropriate, in grado di prevenire o ritardare l'invalidità, trattare i malati cronici nelle strutture e nei presidi sanitari sul territorio. L’impatto delle malattie respiratorie croniche ha importanti effetti negativi sulla qualità della vita dei pazienti. Si prevede che, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, la prevalenza di tali patologie sia destinata ad aumentare. Le patologie respiratorie insorgono a causa dell’azione di un insieme di fattori di rischio che possiamo classificare in due capitoli:

  • fattori di rischio individuali: genetici e legati alla familiarità
  • fattori di rischio ambientali: fumo di sigaretta, esposizione professionale, inquinamento atmosferico, condizioni sociali, dieta ed infezioni

Tra le patologie prevenibili ci sono l’asma, le allergie respiratorie, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), le broncoectasie, l’enfisema polmonare e l’insufficienza respiratoria. Nonostante esistano efficaci misure preventive, le malattie respiratorie croniche sono sottovalutate, sottodiagnosticate, sottotrattate ed insufficientemente prevenute. L’asma, assieme all’obesità, è la patologia cronica più diffusa nell’infanzia ed è una causa importante di ospedalizzazione.

Asma

L’asma è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi con iperreattività a numerose cause irritative. Colpisce circa 300 milioni di persone nel mondo, può insorgere a qualsiasi età e può essere legata o meno ad una sensibilizzazione allergica. L’asma causa ricorrenti episodi di affanno caratterizzati da respiro sibilante e senso di costrizione toracica, accompagnati da tosse; gli attacchi sono più frequenti al mattino o durante la notte. L’asma può essere trattata e tenuta sotto controllo, permettendo così al paziente di svolgere una vita abbastanza normale. Quando l’asma non è sotto controllo, l’infiammazione delle vie aeree le rende queste ultime ispessite ed edematose, ostacolando il passaggio dell’aria; inoltre le cellule muscolari che circondano le vie aeree possono contrarsi più o meno violentemente dando luogo ad un loro restringimento (broncospasmo), che ostacola ancora di più il passaggio dell’aria impedito anche dalla la produzione di secrezioni mucose. I soggetti che soffrono di alcune patologie, in particolare quelle allergiche, sono più a rischio di sviluppare un’asma bronchiale. Ad esempio, nel 70-80% dei pazienti con asma è presente anche una rinite.

La crisi d’asma può essere scatenata dal contatto con allergeni, vale a dire sostanze ambientali alle quali l’organismo è sensibile:

  • acari (presenti nei cuscini, nei materassi, nelle coperte e nelle imbottiture, ecc)
  • pelo e forfora di animali
  • muffe
  • pollini
  • alimenti (nei casi di cross-reattività tra pollini ed alimenti, o nei casi di reazioni allergiche ad alimenti)
  • sostanze chimiche, spray (profumi, insetticidi, prodotti per la pulizia della casa, ecc)
  • inquinanti ambientali
  • fumo di tabacco
  • alcuni farmaci

La risposta immunitaria agli allergeni, quando esistente, è causa dell’infiammazione bronchiale che determina la malattia asmatica. Anche le infezioni virali, un violento esercizio fisico (ad esempio durante un’attività sportiva), una forte emozione, possono scatenare una crisi asmatica. L’asma infine, come tutte le patologie associate al patrimonio genetico dell’individuo, può essere ereditaria. La terapia per l'asma viene somministrata principalmente per via inalatoria (i farmaci sono disponibili come aerosol predosati in bombolette pressurizzate, erogatori a polvere secca, aerosol) e consiste in:

  • farmaci di fondo (farmaci che hanno la caratteristica di modificare in meglio l’andamento della malattia nel tempo) che servono a tenere sotto controllo i sintomi ed evitano gli attacchi; questi farmaci si assumono regolarmente. I più efficaci sono i cortisonici inalatori, ai quali, se il controllo dell’asma non è raggiunto e mantenuto, si possono associare i beta2-agonisti a lunga durata d’azione, gli antileucotrienici o la teofillina a rilascio controllato.
  • farmaci al bisogno servono a risolvere rapidamente i sintomi in caso di crisi di asma; se vengono utilizzati dal paziente troppo spesso, significa che la malattia non è controllata e che è necessario recarsi dal medico urgentemente per rivedere e adeguare la terapia ricorrendo all’utilizzo dei farmaci di fondo.

Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia delle vie respiratorie (dei bronchi e dei polmoni), dalla quale non si guarisce ma può essere trattata. Provoca una parziale ostruzione delle vie aeree, cioè una riduzione persistente del flusso aereo (ostruzione bronchiale). È una condizione che rende difficile la respirazione ed è dovuta alla somma delle lesioni che si verificano nei polmoni di un paziente nel corso degli anni, principalmente a causa del fumo di sigaretta. Tende a peggiorare nel tempo e chi ne è affetto può presentare un’importante risposta infiammatoria cronica conseguente ad una malattia infettiva o all’esposizione a particelle, fumi e vapori irritanti (riacutizzazioni di BPCO). Quando si è affetti da BPCO, l’aria entra e soprattutto esce con difficoltà dalle vie aeree che risultano ristrette perché le pareti possono essere ispessite ed edematose (rigonfie), a causa della contrazione delle piccole cellule muscolari che le circondano o per l’accumulo di secrezioni mucose. La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia che compare in età adulta; chi ne è affetto quasi sempre è un fumatore da molti anni. Anche l’esposizione a fumi e vapori (sia in casa, sia per motivi lavorativi) può compromettere la salute delle vie aeree:

  • fumo di sigaretta (attivo)
  • fumo passivo
  • esposizione a fumi e vapori irritanti, polveri, sostanze chimiche
  • inquinamento atmosferico da smog e polveri sottili,
  • asma ed iperreattività bronchiale
  • infezioni delle vie respiratorie (bronchiti, polmoniti e pleuriti)
  • cause genetiche
  • cause congenite: qualsiasi fattore che influenzi negativamente lo sviluppo dei polmoni durante la gravidanza o l’infanzia

Obiettivo della terapia della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è quello di alleviare i sintomi, migliorare la tolleranza agli sforzi, per migliorare la qualità di vita, prevenire la progressione della malattia e le sue riacutizzazioni. È fondamentale smettere di fumare.

Bronchiectasie

Le bronchiectasie sono una forma di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e rappresentano una condizione caratterizzata da vie aeree stirate e dilatate in maniera abnorme, a causa della formazione di tappi di muco. Sono spesso causate da un’infezione o da altre condizioni in grado di danneggiare le pareti delle vie aeree e che impediscono un’adeguata eliminazione del muco. L’accumulo di muco espone al rischio di colonizzazione batterica e, dunque, di nuove infezioni che a loro volta possono produrre ulteriori danni alle vie aeree, dando avvio a un circolo vizioso.

Col tempo i danni possono diventare così gravi da ostacolare il passaggio dell’aria attraverso le vie aeree (insufficienza respiratoria) e creare problemi all’ossigenazione di tutti gli organi e tessuti dell’organismo. Possono comparire a qualsiasi momento della vita, in solitamente in età giovanile, ma i sintomi si manifestano in genere più avanti negli anni e le donne risultano colpite più frequentemente degli uomini. Le bronchiectasie acquisite sono spesso il risultato di un’infezione polmonare (polmonite, tubercolosi, infezioni da funghi) o di un’allergia all’Aspergillus (un fungo); particolarmente a rischio sono i pazienti immunodepressi (per terapie farmacologiche, infezione da Hiv/Aids, ecc) che sono i più esposti al rischio di infezioni; anche l’inalazione cronica di saliva o cibo nei polmoni può causarle.

Le bronchiectasie congenite sono il risultato invece di un’alterata formazione delle vie aeree nel corso della vita embrionale. Molto importante è proteggere i bambini dalle infezioni polmonari, dal fumo passivo e dall’inalazione di vapori tossici per prevenire la futura formazione di bronchiectasie. Scopo del trattamento delle bronchiectasie è mantenere il passaggio nelle vie aeree per assicurare una buona ossigenazione. A questo proposito possono essere utili gli esercizi di ginnastica respiratoria e l’eventuale assunzione di mucolitici per rendere più fluide le secrezioni. La prevenzione consiste nell’astensione dal fumo e nell’evitare l’esposizione al fumo passivo, a vapori tossici e all’aria inquinata.

Enfisema

L'enfisema è una condizione clinica appartenente al gruppo delle broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO). E’ caratterizzato da una progressiva distruzione degli alveoli polmonari. Negli alveoli il sangue raccoglie ossigeno e rilascia il suo carico di anidride carbonica che viene eliminato con l’aria espirata. Nell’enfisema, la distruzione progressiva degli alveoli comporta una riduzione della superficie polmonare adibita agli scambi gassosi. Ne risulta che il sangue si impoverisce di ossigeno, mentre aumenta il livello di anidride carbonica trasportata nel sangue. I pazienti affetti da questa condizione presentano affanno prima da sforzo, poi gradualmente anche a riposo e tosse cronica. La causa più frequente è rappresentata dal fumo di sigaretta. Fondamentale dunque è smettere di fumare, per evitare di peggiorare la situazione. Il trattamento può rallentare la progressione del danno, ma non cancellarlo.

Le principali cause dell'enfisema sono:

  • il fumo
  • l'esposizione prolungata a fumo passivo
  • l'inquinamento atmosferico e smog da polveri sottili
  • l'esposizione a fumi, polveri o vapori irritanti sul posto di lavoro
  • cause genetiche

L’insufficienza respiratoria

L'insufficienza respiratoria è una condizione nella quale il sistema respiratorio non riesce a garantire gli scambi gassosi e dunque a mantenere un adeguato livello di ossigeno e/o di anidride carbonica nel sangue.

  • Quando è bassa la concentrazione di ossigeno si parla di insufficienza respiratoria (tipo I o parziale).
  • Quando invece anche i livelli di anidride carbonica nel sangue sono elevati si parla di insufficienza respiratoria (tipo II o totale).

L’insufficienza respiratoria di tipo I è la forma più comune, si può riscontrare praticamente in tutte le condizioni patologiche che coinvolgono i polmoni. Alcune delle più frequenti sono l’edema polmonare o la polmonite. La forma di tipo II si può riscontrare per esempio nelle forme gravi di broncopneumopatia cronica ostruttiva e di asma. L’insufficienza respiratoria può derivare dall’alterazione di una delle varie componenti che garantiscono il funzionamento del sistema respiratorio:

  • le vie aeree e gli alveoli polmonari
  • la cassa toracica e i muscoli respiratori
  • i centri respiratori a livello del cervello
  • il sistema nervoso periferico

Sono diverse le malattie e le condizioni che possono produrre danni all’organismo tali da indurre un’insufficienza respiratoria; il trattamento dell’insufficienza respiratoria dipende dalla condizione che ha causato la patologia. In generale, gli obiettivi della terapia sono il miglioramento dell’ossigenazione e dello scambio di aria a livello degli alveoli polmonari (la cosiddetta ventilazione alveolare). La spirometria è un semplice esame strumentale utilizzato per accertare, seguire nel tempo l’andamento delle malattie respiratorie e per valutare l’efficacia delle terapie. Misura la quantità (il volume) d’aria che entra (inspirazione) ed esce (espirazione) dai polmoni e la forza del flusso respiratorio. Si esegue utilizzando uno strumento chiamato spirometro, un piccolo strumento collegato ad un boccaglio inserito tra i denti della persona che si sottopone all’esame.

Fonti articoli: gov.it, issalute.it

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